Quale la prima parola che rimase quel giorno sospesa
nell'aria. Forse non dovremmo cancellarla troppo in fretta: quel giorno la
sentirono battere e ribattere nell'aria, otto, nove volte, quasi non volesse
andarsene via … la parola "beati", che forse potremmo più
efficacemente tradurre con la parola "felici".
E guardate che già questa, questa prima parola che apre
la via, la via di Gesù, è una buona, una bella, notizia. "Felici, felici
voi". La felicità! Un messaggio per la nostra felicità. Così subito, dalla
prima parola, scopriamo che a Dio sta a cuore la nostra felicità. Come a dire
che non ci ha creati perché ne portasse a casa qualcosa lui, per un suo
interesse, ma perché gli sta a cuore - questa la cosa che gli sta a cuore - la
nostra felicità. La fede non ha a che fare con il contenimento del desiderio di
felicità. La santità, o, più concretamente, la via aperta da Gesù, ha a che
fare con la nostra felicità, con quella delle moltitudini. Decidersi per Dio
non significa dunque decidersi per una via triste, noiosa, asfittica. Per la
felicità.
(A. Casati)
studio
biblico a cura del Past. Gabriele Arosio
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