Firenze, 20-26 settembre 2012

"Liberi per il futuro": VII Assemblea generale della Comunione di chiese protestanti in Europa

Il messaggio protestante si può riassumere così: ritorno all’Evangelo di Gesù Cristo per una chiesa fraterna che annuncia a ciascuno la libertà a cui Dio ci chiama". Nelle parole del pastore riformato Thomas Wipf, presidente della Comunità delle chiese protestanti di Europa (Ccpe), la sintesi efficace del messaggio della Riforma protestante che i 250 delegati di 30 paesi riuniti nel Convitto della Calza di Porta Romana fino a mercoledì 26, vogliono dire a Firenze, all’Italia e all’Europa.
Ed è proprio il tema della libertà al centro di questa sesta assemblea della Ccpe, con il motto “Liberi per il futuro”, che vede riuniti a Firenze i rappresentanti di 50 milioni di protestanti che fanno parte delle chiese che aderiscono alla Concordia di Leuenberg: riformati, luterani, metodisti, valdesi, unionisti.
"Siamo uomini e donne chiamati da Dio a essere liberi, liberi di assumere responsabilità gli uni per gli altri", continua Wipf.
 "Non è un caso essere qui a Firenze per la nostra assemblea", dice Wipf, ricordando le istanze riformatrici di Girolamo Savonarola e la prima traduzione in italiano della Bibbia che fu opera proprio di un fiorentino, Antonio Brucioli (1498-1566). Oltre a questo, Firenze ha un ruolo molto importante nella storia e nell’attualità del movimento protestante.
Il nostro blog fa suo l’auspicio di Fulvio Ferrario, docente di teologia sistematica alla Facoltà valdese di teologia di Roma: «Il protestantesimo deve crescere per quanto riguarda la cattolicità della chiesa, cioè la capacità di ciascuna chiesa di camminare non contro né senza, bensì insieme alle altre. Ciò richiede anche istituzioni che abbiano l’autorità di esprimersi, su alcuni punti decisivi, in termini che impegnino tutte le chiese. Se così non fosse, avrebbe ragione Roma, che accusa la Ccpe di manifestare un’unità «minimale» e, anche, «nominale». La storia delle chiese protestanti richiede, in un simile cammino, molta delicatezza: nessuno di noi vuole rinunciare alla propria autonomia che, anzi, è al centro di questo progetto ecumenico. Come vivere concretamente una polifonia che non sia anarchica, bensì in grado di esprimere la creatività dello Spirito nell’unità di intenti della chiesa? Firenze non risolverà questo problema: vorrebbe, però, discuterlo»



mailto:gabriele.arosio@ventoditerra.org

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