Studio biblico



Martedì 11 settembre

Deuteronomio

Il libro del Deuteronomio  riflette una vera e proprio scuola della Parola, dove si tratta di ascoltare, imparare, scegliere, osservare. Questi infatti sono i grandi verbi che ricorrono continuamente in questo libro biblico.
Il maestro è Mosè che in quattro ampi discorsi “insegna” la Torah del Signore (Dt 4,5), cioè la promulga e la proclama. Non si tratta di un insegnamento puramente teorico, perché è finalizzato all’interiorizzazione e alla pratica, perciò è accompagnato da frequenti esortazioni e inviti pressanti.
Se la finalità è il presente, è pure vero che il presente non è che il compimento del passato, la foce in cui termina ciò che è avvenuto “in quel tempo”.
Di qui la formula caratteristica del Deuteronomio come racconto di eventi passati, richiamati nel ricordo perché appaia che il “dono” fatto da Dio è presente, accade oggi.
La Parola di Dio non fa terra bruciata del passato, ma nemmeno si limita a “ricostruirlo” archeologicamente; essa vuole produrre una novità nell’oggi del lettore, per il quale il passato diventa rivelazione, istruzione o “lezione” e comandamento capace di illuminare, orientare e guidare.
Come dire: la storia passata è stata raccontata, ora essa può e deve rivivere in te lettore.
Al lettore quindi spetta la decisione di bloccare la storia e di farla continuare in se stesso, scegliendo la vita racchiusa e significata nella narrazione.

(Antonio Bonora)

studio biblico a cura del Past. Gabriele Arosio

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