Studio biblico

Martedì 4 settembre
La morte di Mosè (Deuteronomio 34)

Della morte di Mosè è detto che nessuno conosce il luogo della sua sepoltura. Perché, secondo una tradizione rabbinica, Dio stesso scese a seppellirlo. Nessuno, fino ad oggi, ha saputo dove sta la sua tomba.
Perché? Perché questa tomba non diventi oggetto solo di un culto esteriore, solo superstizioso, che offuscherebbe il culto della Legge.
Dicono infatti i rabbini: la Legge termina con il racconto della morte di Mosè, ma, ultimato il racconto, giunti all’ultima pagina, eccoci subito invitati a riaprire il libro dalla prima pagina.
Finchè la Legge continuerà ad essere letta, studiata, ascoltata, nessuno conoscerà la tomba di Mosè. Cioè nessuno lo farà morire. Nessuno lo chiuderà in una tomba. Finchè la legge sarà letta, studiata, ascoltata.
Anche la tomba di Gesù, tomba vuota, come la tomba di Mosè. Come Mosè, anche Gesù non è da cercare tra i morti: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” (Lc 24,5).
Finchè qualcuno leggerà e ascolterà la sua Parola, Egli non sarà rinchiuso in una tomba, ma sarà il Vivente e noi, servi inutili, saremo una “memoria” di Lui sulla terra. E non per un segno esteriore che ci distingua, ma par la sua Parola che, dimora nel nostro cuore e ci trasfigura a immagine del suo volto. Questo e non altro è il nostro vero distintivo. A distinguerci non un segno esteriore, ma la memoria di Gesù che traspare dalla vita.
Non chiudere né Gesù, né i Padri, tra le cose morte, in una tomba. Siano custoditi non nel gelo dei monumenti, ma nel calore della memoria del tuo cuore, nella trasparenza della tua vita. La tua vita li faccia riconoscere tra i viventi.
Oggi chiudiamo il Libro. Oggi lo riapriamo.

(Angelo Casati)

studio biblico a cura del Past. Gabriele Arosio
mailto:gabriele.arosio@ventoditerra.org

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