Martedì 5 giugno
"Venuti in mezzo a voi con una parola di predicazione" (1°
Tessalonicesi 2,1-16)
“Dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori”
( 1 Tessalonicesi 2,2-4)
Il
missionario è innanzitutto uno che incarna la parola annunciata, un ascoltatore
e un evangelizzato.
Prima che
agli altri, dice la Parola e la ricorda costantemente a se stesso. Non è un
venditore che ha un prodotto da piazzare: su ciò che dice ha messo in gioco la
sua vita.
Ai tempi di
Paolo i predicatori ambulanti per diffondere le loro idee e camparci sopra,
amavano esprimere idee semplici e stupefacenti (poco importa se vere!).
L’obiettivo era affascinare e legare la gente a sé per avere in compenso fama e
soldi.
Paolo ci
tiene a distinguersi da questi predicatori: la sua vita non obbedisce
all’avere, al potere, all’apparire. Vuole servire e dare in verità cercando Dio
e non altri favori.
studio biblico a cura del Past.
Gabriele Arosio
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